LE MINORANZE LINGUISTICHE

Come possiamo consolidare la tutela e rafforzare la partecipazione delle minoranze linguistiche?
Premesse e criteri
La diversità storica e linguistica-culturale è riconosciuta come un elemento fondamentale della specialità dallo Statuto vigente e dalle relative norme d'attuazione (in particolare il d.lgs. n. 592 del 1993) conformemente al principio fondamentale di tutela delle minoranze linguistiche espresso dall'art. 6 della Costituzione. Il vigente Statuto speciale garantisce l'uguaglianza individuale e allo stesso tempo l'autonomia dei gruppi linguistici (art. 2) e include, nei limiti della potestà legislativa primaria della Regione e delle Province autonome, il rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali precisando che questi comprendono la tutela delle minoranze linguistiche locali. In tema di minoranze linguistiche la riforma dello Statuto dovrebbe soddisfare tre distinte esigenze: quella di esprimere i valori e la cultura di tutela delle minoranze, quella di consolidare le tutele e le garanzie già in essere e quella di introdurre nuovi ambiti di tutela, attualmente non previsti.

In questo processo di revisione sarà da mantenere l'impostazione originaria, nella quale norme specifiche garantiscono in Provincia di Bolzano la convivenza fra i tre gruppi linguistici (tedeschi, italiani, ladini) che sono costitutivi del suo stesso ordinamento, nonché nel territorio trentino la tutela e la promozione delle tre minoranze linguistiche presenti (ladini, mocheni, e cimbri). Tali differenze hanno portato alla definizione di normative diverse e differenziate, basate sul principio personale (gruppi linguistici) in Provincia di Bolzano e sul principio territoriale in Provincia di Trento (aree di insediamento storico delle minoranze). Elementi di differenziazione sussistono per la minoranza ladina, per la quale sono previste garanzie differenti nelle due Province in relazione al territorio di insediamento (ancora diversa è poi la situazione dei ladini nei tre Comuni della Provincia di Belluno). Per le tre minoranze linguistiche trentine (ladini, mòcheni e cimbri) la disciplina statutaria contenuta negli articoli 15, comma 3, 48 comma 3 e 102 ha avuto con la legge provinciale n. 6 del 2008 una regolamentazione differenziata in corrispondenza alla specifica situazione dei singoli gruppi.

Nonostante queste differenze il livello di tutela è considerato generalmente sufficiente da parte degli appartenenti ai gruppi linguistici presenti in Provincia di Trento. Peraltro, i ladini ambiscono a garanzie simili a quelle riconosciute in Provincia di Bolzano e i due gruppi germanofoni più piccoli, avendo una massa critica inferiore a causa del loro numero esiguo, versano in un contesto più difficile soprattutto dal punto di vista economico. Pertanto, pur rimanendo le tre minoranze in Provincia di Trento disciplinate in maniera diversa, le forme della loro rappresentanza e partecipazione politica potranno essere rese più efficaci, in particolare per permettere ad esse un maggiore coinvolgimento superando la mancanza di massa critica (numerica) e valorizzando, nell'ambito del principio territoriale, altre forme di rappresentanza attraverso modelli di autogoverno (Comune, come ente esponenziale della comunità, anche in forme associate - Comun General de Fascia) o di partecipazione in organi rappresentativi (Consiglio delle autonomie locali).

Pur in presenza di una situazione molto diversa dei singoli gruppi, sia nel passato che nella realtà attuale, è necessario che lo Statuto consolidi le tutele raggiunte e le aggiorni mediante l'introduzione di nuovi strumenti di tutela. Pur adattandosi nella formulazione al carattere costituzionale, e quindi astratto, della fonte le norme statutarie devono indicare in modo chiaro i principi e le garanzie fondamentali che costituiscono la base per la successiva legislazione ordinaria, nel quadro normativo definito anche dalle norme di attuazione statutaria.

L'obiettivo generale dell'inserimento di disposizioni a favore dei gruppi linguistici è quello di valorizzare maggiormente le diversità linguistiche e culturali e permettere lo sviluppo dei gruppi in autonomia e responsabilità al fine di un loro maggiore contributo alla società, alla cultura e all'economia trentina.

La Consulta invita a commentare e valutare i seguenti indirizzi:
    - Maggiore visibilità del riconoscimento e una disciplina più organica
    - Ulteriori strumenti per le minoranze linguistiche negli ambiti di scuola, lingua e cultura
    - Rafforzare la rappresentanza e la partecipazione politica delle minoranze linguistiche in Trentino
    - Altre opinioni espresse nella discussione

Per partecipare basta iscriversi al sito e accedere. In questo modo è possibile valutare e commentare gli indirizzi espressi dalla Consulta riportati nella parte in basso, cliccando sul singolo contenuto. Per aggiungere ulteriori proposte vai su “Aggiungi nuova proposta”.

Le minoranze linguistiche (Sezione III)
Documenti preparatori

RAFFORZARE LA RAPPRESENTANZA E LA PARTECIPAZIONE POLITICA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE IN TRENTINO

Per garantire rappresentanza e partecipazione politica alle minoranze linguistiche è opportuno confermare l’attuale seggio territoriale per assicurare la rappresentanza ladina (art. 48, comma 3, dello Statuto). Si propone inoltre di introdurre, per le minoranze germanofone, ulteriori forme di partecipazione e di rappresentanza.
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Proposta minoranza Consiliare Lusérn - Provincia Trento elabori Piani sviluppo per cimbri e mòcheni

Il Gruppo consiliare di minoranza (49,70 % dei voti) Lusern lebet - Luserna vive del Comune di Lusern in occasione del Laboratorio del 18 luglio 2018 ha presentato diverse proposte, tra l'altro anche quella di impegnare la Provincia di Trento ad elaborare ed attuare dei Piani di sviluppo per fermare l'emigrazione ed il calo demografico, promuovendo uno sviluppo economico adeguato per consentire la sopravvivenza delle piccole e fragili Comunità germanofone, con la propria lngua ed identità.
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Proposta minoranza Consiliare Lusern - ipotesi aggregazione alla Provincia di Bolzano

Il Gruppo Consiliare di minoranza (49,70% dei voti) del Comune di Lusern ha presentato,, in occasione del laboratorio del 18 luglio 2017, diverse proposte, tra l'altro di prevedere la possibilità, come ultima ratio per sopravvivere come Comunità germanofona cimbra, di passare, con referendum, alla Provincia di Bolzano, che meglio tutela e promuove tutti i suoi gruppi linguistici.
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Proposte di Luigi Nicolussi Castellan Consigliere Comunale ed ex Sindaco di Luserna-Lusern

In occasione dell'incontro del Prof. Woelk con la Comunità Cimbra di Lusern il 31.08.2016 ho presentato una nota con delle proposte da approfondire e possibilmente da tradurre, adeguatamente riformulate,in norme statutarie per dare concretezza ai principi generali, in particolare per quanto riguarda l'apprendimento della lingua cimbra, lo sviluppo economico indispensabile per fermare il calo demografico e la rappresentanza a livello amministrativo e politico. Aggiungo la proposta di richiamare espressamente, nel preambolo, l'Accordo di Parigi del 5.09.1946 e di prevedere che alla Regione sia affidato il ruolo di garante delle minoranze linguistiche di tutto l'ambito regionale, con possibilità di intervento diretto ed anche sostitutivo agli Enti di livello inferiore.
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Parlanti evanescenti. Monitoraggio, ricerca e supporto

Utilizzo l'espressione "parlanti evanescenti" (introdotta dal linguista Bruno Moretti) per indicare il fenomeno rappresentato dalle persone che (di solito) non parlano la lingua minoritaria ma che ne hanno competenza passiva. Si tratta di un fenomeno ampiamente studiato per i dialetti ma applicabile benissimo anche alle nostre lingue minoritarie.
Questi "parlanti che non parlano" sono di grande interesse per varie ragioni: sono presenti nelle reti comunicative e "grazie alla loro competenza passiva possono permettere l'uso di questo codice" da parte dei locutori effettivi. Inoltre è interessante osservare ciò che accade quando i "parlanti evanescenti" attivano la loro competenza; infatti i fenomeni linguistici che si evidenziano danno indicazioni sulle direzioni del cambiamento in
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Ambito culturale delle Minoranze della Val del Fersina e di Luserna

Il pericolo di estinzione delle Minoranze è possibile e un coinvolgimento della "maggioranza" potrebbe evitare questo. Visto che la "maggioranza" gode di situazioni di benessere grazie alla presenza delle Minoranze si chiede che per lo meno nei territori storici e culturali in cui queste si muovono vi sia la possibilità/incentivo (per le une e per l'altra) di studiare la lingua tedesca fino alla maturità. Le antiche Giurisdizioni e le attuali Comunità di Valle sono il limite culturale delle Minoranze che non devono essere compresse nei loro Comuni pena un rischio di estinzione. Pergine è capoluogo politico e religioso.
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